Perché la psicoterapia familiare?
- Dott.ssa Giosea Laviola

- 8 apr
- Tempo di lettura: 3 min

La scelta di intraprendere un percorso di psicoterapia può nascere da un bisogno di far fronte ad un disagio che si sta vivendo in un particolare momento della vita dove si ha la sensazione che non trovare una via d’uscita.
Il disagio si può manifestare sotto forma di un sintomo in maniera più evidente ed esplicita in uno dei membri della famiglia (ad esempio, un figlio adolescente che commette atti vandalici; un figlio che viene segnalato dalle docenti per i suoi comportamenti “oppositivo-provocatori”; un licenziamento importante di un partner; il lutto di un genitore; un grave incidente, ecc.). Ma essendo la famiglia una piccola comunità di membri in costante interazione, il disagio vissuto da uno di loro ha ripercussioni su tutti. Talvolta un membro della famiglia si fa portavoce di una difficoltà familiare o comunque di dinamiche poco chiare che nella famiglia stanno prendendo il sopravvento.
Il portavoce della famiglia (paziente designato) dunque porta il sintomo in maniera più visibile; tanto visibile e ingombrante da riuscire a tirare nella stanza di psicoterapia l'intera famiglia.
Talvolta la richiesta che ci arriva è quella di far scomparire il sintomo, qualunque esso sia. Ma ciò che ci preme tanto far sapere ai pazienti è che è una fortuna che il il sintomo si sia palesato; arriva in soccorso di tutta la famiglia.
Un po' come la febbre che arriva per per combattere un'infezione e debellare tutti gli agenti patogeni! E' fastidiosa, è dolorosa ma è proprio così che si va verso la guarigione!
La psicoterapia familiare coinvolge l'intera famiglia dove tutti sono i protagonisti della piccola comunità non nel tentativo di debellare o distruggere il sintomo ma in quello di riconoscerne il senso ed attribuirgli un nuovo significato. L’attenzione che viene volta al disagio espresso dalla famiglia non sarà diretta ad etichettare e definire un disturbo ma ad osservare insieme (terapeuta e famiglia) il significato che viene dato al sintomo al fine di capirne l’utilità e aiutare la famiglia ad assumere comportamenti nuovi che giovino al proprio benessere. In tale ottica, l’obiettivo non sarà più quello di scacciare ed eliminare il sintomo, ma sperimentare nuovi modi per relazionarsi e assumersi la responsabilità di migliorare. Il terapeuta guida la famiglia all’ascolto reciproco, al riconoscimento delle dinamiche familiari e alle possibilità di cambiamento e miglioramento che il sintomo offre, liberando la famiglia dai blocchi comunicativi per ristabilire un equilibrio nel singolo e nel contesto familiare.
Perché si manifesta in sintomo?
La famiglia nel tempo cambia ed evolve sottoponendosi a particolari eventi critici che inevitabilmente volgono ad una riorganizzazione della struttura. Talvolta il cambiamento diventa fonte di sofferenza e ciò porta la famiglia a sentirsi senza strumenti per ritornare ad una condizione di benessere. Gli eventi critici che talvolta destabilizzano il sistema familiare possono essere:
conflittualità nella coppia
nascita di un figlio
separazione
malattia di uno dei membri della famiglia
arrivo dell’adolescenza
cambiamenti lavorativi
uscita di un membro dalla famiglia
eventi traumatici (lutti, incidenti, burn out, violenze ecc.)
La psicoterapia familiare può essere svolta individualmente, in coppia o con la famiglia. Infatti, la relazione imprescindibile tra i componenti della famiglia fa sì che anche il lavoro con il singolo porti a cambiamenti e riorganizzazioni sull’intero sistema. L’obiettivo del terapeuta sarà quello accompagnare la famiglia o il singolo ad apprendere il funzionamento interno per ridefinire, riacquisire consapevolezza delle proprie risorse favorendo un clima di benessere.



Commenti